MUSEO DELLA VILLA SAN CARLO BORROMEO

Papi e cardinali per san Carlo

Sala Roma

 

Nella bella sala centrale della Villa San Carlo Borromeo di Senago (oggi chiamata Sala Roma), hanno trovato dimora alcuni dipinti (olio su tela, cm 150x180), raccolti e commissionati dal proprietario.
Da Federico a Giberto Borromeo, sono i ritratti di alcuni “grandi” - papi e cardinali - che hanno raccontato e testimoniato, con la loro vita, l'avventura di san Carlo.
Papa Paolo V seguì il processo e la canonizzazione di san Carlo, che fu proclamato santo il 1° novembre 1610 grazie al lavoro del cardinale Federico Borromeo, che ne seguì per tutta la vita l'esempio. Nel primo centenario della nascita (1638), il cardinale Cesare Monti pose la salma di san Carlo nell'urna donata dal re Filippo IV. La cappella che l'accoglie, nel Duomo di Milano, fu arricchita di opere d'arte, che ne narrano la vita, dal cardinale Alfonso Litta il quale, come i suoi predecessori alla guida di Milano - i cardinali Federico Borromeo e Cesare Monti -, proseguì il progetto di riforma avviato da san Carlo.
Cresciuto nella devozione a san Carlo, papa Innocenzo XI sarà noto come “Il Carlo Borromeo del Collegio Cardinalizio”. Innocenzo XII e Clemente XI seguiranno le indicazioni del santo per le costituzioni sinodali, per le riforme degli ordini religiosi e per l'apertura all'arte e alle lettere.
Giberto Borromeo, arcivescovo di Novara, raccoglie molte testimonianze intorno a san Carlo e conclude questa narrazione.

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San Carlo Borromeo
(1538-1584)

Arcivescovo di Milano dal 1560 al 1584 
Nato ad Arona (Novara), il 2 ottobre 1538, Carlo Borromeo, nipote di papa Pio IV, a 24 anni era sacerdote e vescovo. Fu segretario di Stato del Papa e, in seguito, arcivescovo di Milano con responsabilità su 15 diocesi della Lombardia, Piemonte, Liguria, Canton Ticino.
Esercitò un'influenza decisiva per la conclusione e l'applicazione del rinnovamento della fede e dei costumi promosso dal Concilio di Trento. Fu zelantissimo nel compierne le norme: visite pastorali frequenti e regolari, riunioni di sacerdoti, fondazioni di seminari, catechesi a tutti i livelli. Celebrò ben 11 sinodi diocesani, fondò scuole libere e  inaugurò quattro collegi per la gioventù. San Filippo Neri, nell'udire di tanto lavoro, esclamò: "Ma quest'uomo è di ferro?".
Tra le statistiche religiose da egli stesso redatte, colpisce il numero dei poveri bisognosi di assistenza pubblica: un sesto della popolazione. E all'assistenza pubblica si dedicò con ogni mezzo, adoperandosi di persona, specialmente durante la terribile pestilenza del 1576 di cui il Manzoni afferma: "Fu chiamata la peste di San Carlo. Tanta è forte la carità" (I Promessi Sposi, cap.31). Morì a 46 anni, il 3 novembre 1584. Fu canonizzato da Paolo V nel 1610.
 
Papa Paolo V
(Camillo Borghese) (1552-1621)


Paolo V, papa dal 1605 al 1621
Nato a Roma il 17 settembre 1550 e morto il 28 gennaio 1621. Discendente di una nobile famiglia di Siena, studiò a Perugia e a Padova, nel 1596 fu nominato cardinale da Clemente VII e, alla morte di Leone XI, ascese al trono papale. La formazione giuridica lo rese ostile a ogni compromesso: fu spesso in prima linea nelle lotte che opposero Stato e Chiesa sulla giurisdizione ecclesiastica. Lo scontro con il doge di Venezia ebbe una risonanza a livello europeo e coinvolse nella vittoriosa difesa della Chiesa anche Paolo Sarpi. Terminò la costruzione di San Pietro e, cultore dell’arte, arricchì la Biblioteca Vaticana. Durante il suo pontificato, canonizzò San Carlo Borromeo, beatificò Sant’Ignazio da Loyola e Filippo Neri.

 

 
Cardinale Federico Borromeo
(1564-1631)


Arcivescovo di Milano dal 1595 al 1631
Fondatore, nel 1609, della Biblioteca Ambrosiana. Cardinale a 23 anni e arcivescovo a 31, seguì l’esempio del cugino san Carlo nel disciplinare il clero, fondando chiese e collegi a proprie spese, applicando i canoni del concilio di Trento, dando prova di grande carità durante la carestia del 1628 e la peste del 1630.
Fece erigere la statua di san Carlo ad Arona, corredò la biblioteca di una raccolta di sculture, di dipinti, e di una scuola di belle arti e lingue orientali; abbellì inoltre il Duomo di Milano, dove poi fu sepolto. Manzoni nei Promessi Sposi ne esalta la nobile figura di umanista.

 

 
Cardinale Cesare Monti
(1593-1650)

Arcivescovo di Milano dal 1632 al 1650
Il Cardinale Cesare Monti, della nobile famiglia Monti, nacque a Milano nel 1593, qui ricevette la prima istruzione; proseguì poi gli studi a Pavia, ospite del Collegio Borromeo. A 15 anni, su consiglio del Cardinale Federigo Borromeo, si trasferì a Roma, deciso di consacrarsi alla vita ecclesiastica; dal medesimo cardinale Federico, suo cugino, aveva ricevuto l'abito clericale. Ottenne la laurea di diritto, e fu iscritto al Collegio dei Dottori di Milano.
Ordinato Sacerdote, iniziò la carriera diplomatica presso la Curia Romana, fu eletto Referendario della Segnatura Apostolica, Consultore della Sacra Inquisizione. Papa Urbano VIII lo mandò Nunzio alla Corte di Napoli e, un anno dopo, alla Corte di Spagna, come Nunzio Straordinario.
Papa Urbano VIII nel 1629 lo creò Cardinale, il Monti aveva 36 anni. Nominato Arcivescovo di Milano, entrò nella sua nuova Sede il 30 aprile 1635. Morì Il 16 agosto 1650.


 
Cardinale Alfonso Litta
(1608-1679)
Arcivescovo di Milano dal 1652 al 1679
Dopo aver ricoperto altre importanti posizioni, fu nominato governatore delle Marche da Innocente X, divenne arcivescovo di Milano nel 1652 e ricevette l’abito purpureo nel 1640. Morì poco dopo il conclave che elesse papa Innocente XI. Fu uomo colto e generoso, difese con audacia le immunità ecclesiastiche contro gli ufficiali del re di Spagna. Le sue opere sono riportate da Argelati in Bibliotheca Scriptorum Mediolanensium (Milano, 1745), la sua biografia fu scritta da M. Bardocchi (Bologna, 1691).
 
Papa Innocenzo XI
(Benedetto Odescalchi, 1611-1689)

Innocenzo XI, papa dal 1676 al 1689
Nacque a Como nel 1611. Nel 1636 si spostò a Roma dove frequentò i corsi di diritto civile e canonico alla Sapienza, completandoli poi a Napoli, dove si laureò in ‘utroque jure’, il 21 novembre 1639. A Napoli ricevé la tonsura il 18 febbraio 1640. Ritornato a Roma in pieno periodo barocco, intraprese la carriera ecclesiastica, ricoprendo varie cariche nella Sede Apostolica, ma senza farsi coinvolgere dallo sfarzo della vita romana seicentesca, conducendo anzi vita ritirata, dedito alla beneficenza. Fu scelto dalla corte pontificia per l’incarico di ‘Commissario straordinario delle tasse’ nelle Marche. Nel 1644 fu governatore di Macerata; Innocenzo X gli conferì titoli onorifici e nel 1645 lo nominò cardinale diacono. Nel 1650, fu vescovo di Novara e, giacché Benedetto non era sacerdote (il titolo di cardinale, contrariamente ad oggi, non richiedeva necessariamente che fosse un consacrato), accettò la volontà di Dio, divenendo presbitero il 20 novembre 1650 e poi consacrato vescovo il 30 gennaio 1651, consacrazioni avvenute in Ferrara. Prendendo a modello le costituzioni sinodali di san Carlo Borromeo, anche se non aveva un’esperienza diretta della cura pastorale delle anime, lavorò molto in tutti i campi della vita ecclesiastica e sociale della diocesi. Nel 1654 andò a Roma per la periodica visita ‘ad limina,’ e il papa lo trattenne presso di sé come consigliere, cosa che fece anche il suo successore papa Alessandro VII. Il 21 settembre del 1676, con una unanimità di consensi fu eletto papa, assumendo il nome di Innocenzo XI. Durante il suo pontificato, durato tredici anni, combatté il nepotismo abolendo la carica di “cardinale-nepote”, esortò alla carità e alla beneficenza, dando il suo personale esempio all’ascetismo. Fece proclamare che primo dovere del papa era la propagazione e difesa della fede cattolica; eresse nuove diocesi in Brasile, costituì le università domenicane di Manila e in Guatemala, favorì le missioni carmelitane in Persia, cercò di abolire il commercio degli schiavi. Morì il 12 agosto 1689, acclamato santo dal popolo dei fedeli, fu sepolto in San Pietro, dove poi gli fu eretto il grandioso monumento funebre opera dello scultore Pietro Stefano Monnot. Fu dichiarato beato da papa Pio XII il 7 ottobre 1956.

 
Papa Innocenzo XII
(Antonio Pignatelli, 1615-1700)
Innocenzo XII, papa dal 1691 al 1700
Antonio Pignatelli di Napoli è eletto il 12 luglio 1691 dopo un conclave durato cinque mesi e interrotto a causa di un incendio. Umile e dotto si impegna a fondo nella lotta contro il nepotismo intrapresa da Innocenzo XI e interrotta da Alessandro VIII. Avvia anche la riforma religiosa ordinando ai sacerdoti di portare la veste talare e di partecipare agli esercizi spirituali. Vuole dare eccezionale importanza all’opera di evangelizzazione aprendo missioni nell’America del Sud, del Nord, in Asia e in Africa. Inizia anche la riforma degli ordini religiosi. Il suo pontificato è funestato dalla peste, da un terremoto e da uno straripamento del Tevere. Innocenzo XII si prodiga moltissimo in favore dei bisognosi meritandosi l’appellativo di “padre dei poveri”. Crea l’ospizio di San Michele a Ripa Grande per l’istruzione dei giovani poveri e apre al palazzo del Laterano un ricovero per gli inabili al lavoro.  Muore in concetto di santità. Il Giubileo da lui indetto è concluso dal successore Clemente XI.
 
Papa
Clemente XI
(Gianfrancesco Albani, 1649-1721)

 

Clemente XI, papa dal 1700 al 1721
Gianfrancesco Albani, nato da nobile famiglia di Urbino, è uomo di Chiesa più che politico. Le difficoltà maggiori per il suo pontificato sono causate dalla guerra tra Austria e Francia per l’eredità del trono di Spagna. Clemente XI cerca di mantenersi neutrale offrendosi come mediatore. Papa Albani opera con vigore all’interno della Chiesa per far rispettare i documenti dei suoi predecessori contro il nepotismo e le eccessive pretese dei diplomatici stranieri. Arricchisce la Biblioteca Vaticana, istituisce un’accademia di pittura in Campidoglio, fa costruire una meridiana nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, rinforza le mura di Roma, completa l’acquedotto di Civitavecchia, fa realizzare un viadotto a Civitacastellana e apre a Bologna l’Accademia Clementina. La sua terra natale gli resta nel cuore: Urbino gode di particolari privilegi.

 
Cardinale Giberto Borromeo
(1671-1740)

Arcivescovo di Novara dal 1714 al 1740
Ebbe la tonsura a dodici anni e insieme il titolo abbaziale di Viboldone. A vent'anni conseguì il dottorato in teologia e giurisprudenza. Fu patriarca di Antiochia in partibus, prima ancora di ricevere gli ordini maggiori. Nel 1713 fu vescovo di Novara. Fu ordinato cardinale dell'ordine dei preti nel 1717.
Uomo di grande ingegno ed erudizione, ma umilissimo, accrebbe considerevolmente la Biblioteca Ambrosiana e seguì le scuole d'arte istituite da Federico Borromeo. Noto per il suo mecenatismo, commissionò vari lavori e seguì molti artisti. Amava molto soggiornare nella Villa San Carlo Borromeo di Senago, che seguì per molti anni.

 
 

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